Opere pubbliche
Lo scempio delle palme non è l’unica ferita che deturpa il paesaggio di Scalea. Sono numerose, infatti, le carcasse di opere pubbliche che versano in stato di impietoso e perenne abbandono e che, oltre a svilire la fisionomia del paese, ne paralizzano lo sviluppo: dall’ospedale al cosiddetto aeroporto, dalla discarica al palazzo d’epoca, passando per un museo, uno stadio, una piscina comunale e varie opere di ripristino del territorio. Cemento e milioni, riversati inutilmente sul paese.
Com’è possibile che una piccola cittadina (soli 10mila abitanti in un’area di 22 km2) in cui, oltre alle bellezze naturali, vi è una concentrazione di opere architettonico-strutturali che farebbero la fortuna di qualsiasi altro centro con le stesse caratteristiche, si stia ‘spegnendo’ così? E non si tratta di mero potenziale, ma di opere (nella maggior parte) compiute – seppur (in diversi casi) male, e (in larghissima parte) inutilizzate o quasi. Un po’ come avere una squadra di campioni, ma quella di Madame Tussaud, buona solo per il museo delle cere.
Eppure qualcosa pare si stia muovendo, e potrebbe essere un bivio importante per il paese. Poche settimane fa sono stati affidati i lavori, per oltre cinque milioni di euro, per la riqualificazione dell’area dell’avio-superificie – diventerà finalmente un aeroporto turistico? Mentre sono ripresi quelli per il restauro del principale edificio storico del paese, il Palazzo dei Principi: dovevano durare 5 mesi, vanno avanti da quattro anni.
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