Ecomuseo dell’Alto Tirreno Cosentino
Durata lavori: 2003 – luglio 2009
Costo complessivo: € 665 mila + IVA (a seguito di un ribasso di gara; il costo originariamente previsto da progetto era pari a € 850 mila)
Fonte del finanziamento: Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (progetto finanziato nell’ambito del Programma Operativo Regionale 2000-2006)
Cosa fosse e a quale funzione dovesse assolvere esattamente l’Ecomuseo era ed è poco chiaro a molti degli abitanti di Scalea. Il bando di gara parla di un “Distretto per la cultura e l’ambiente” e di un “Ecomuseo dell’Alto Tirreno Cosentino“.
Nelle intenzioni, perché di fatto un museo non c’è mai stato. Terminati i lavori nel 2009 (il finanziamento europeo era stato ottenuto negli anni ’90), le attività non hanno mai visto la luce. Il furto, nel 2011, dei server e dei lettori dvd acquistati per i percorsi interattivi difficilmente può giustificare l’abbandono di un progetto così ambizioso (oltre 2mila m2), in un territorio tanto arido di opportunità culturali.
Attualmente il Comune ha concesso il piano superiore dell’Ecomuseo ad associazioni impegnate nel sociale, quali Save the Children e Libera. Come per l’ospedale, anche in questo caso il risultato è drammaticamente al di sotto delle aspettative (e questo a prescindere dal nobile lavoro delle associazioni), specie se si considera che nel piccolo Comune sono ben trenta i beni immobili confiscati alle mafie che potrebbero essere destinati, tra le altre cose, ad uso associativo.