I rifiuti
Quella dei rifiuti è oggi una piaga per il paese non solo nei sovraffollati mesi estivi, quando l’allarme igienico-sanitario si fa ormai insostenibile. Il problema è strutturale, tanto che anche in bassa stagione non è raro vedere cumuli di spazzatura accantonati lungo le strade (e non solo fuori dal centro abitato). Perché?
Scalea produce poco più di 7mila tonnellate di rifiuti solidi urbani (RSU) all’anno. La produzione settimanale oscilla mediamente tra 60 e 70 tonnellate. Questi rifiuti vengono trasferiti presso un impianto privato di Rende, secondo quanto dispone la Regione Calabria “per far fronte alla situazione di criticità emergenziale … nello smaltimento dei rifiuti solidi urbani”. Il Dipartimento per l’ambiente assegna le quote di “conferimento e trasferenza”, ovvero quanti rifiuti ciascun Comune può smaltire settimanalmente nell’impianto di riferimento. Le quote di smaltimento per Scalea oscillano tra 50 e 60 tonnellate. Ecco perché la spazzatura si è sostituita alle palme nell’arredo urbano: “per l’incapacità del sistema impiantistico regionale di trattare la totalità dei rifiuti prodotti dal territorio”.
Tuttavia, pur avendo la spazzatura per strada, i cittadini di Scalea pagano circa 600mila euro l’anno in tasse per lo smaltimento di RSU. Cui si aggiungono gli 1,5 milioni versati annualmente all’azienda che gestisce il servizio, che nell’ultimo periodo è stata la Falzarano.
La gara d’appalto è stata avviata dall’amministrazione Basile, sciolta lo scorso marzo per mafia, e poi conclusa dal commissario prefettizio Mariano, il primo a insediarsi dopo gli arresti. L’affidamento si è concluso lo scorso 28 gennaio. Da allora, il servizio è fornito da Ecoross, per una durata di cinque mesi durante i quali si sta procedendo alla gara europea per un nuovo affidamento a partire dal prossimo giugno. Ma è praticamente scontato che i tempi non saranno sufficienti e il contratto a Ecoross venga prorogato, nella speranza di scongiurare un’altra estate in balia dei rifiuti.