Scalea, un paese a un bivio
Un paese in gabbia, in disuso, disilluso. Questa è l’immagine di Scalea oggi, un Comune calabrese clamorosamente sciolto per mafia circa un anno fa, il cui commissariamento sarà probabilmente prorogato fino al prossimo autunno. Per le prossime elezioni, quindi, bisognerà attendere la prima tornata elettorale utile del 2016. Ma cosa succede, nel frattempo, in un paese commissariato? A un anno dall’insediamento della Commissione, abbiamo fatto il punto con il vice Prefetto Salvatore Caccamo, che poche settimane fa è subentrato all’ex Commissario Cucinotta. Sono emerse alcune questioni centrali che vedono il paese a un bivio, le cui sorti si stanno decidendo proprio in questi giorni, come la questione tributi e quella dei rifiuti, l’avio-superficie e l’infinito restauro del Palazzo dei Principi, che potrebbe diventare sede del Comando dei Carabinieri – attualmente ospitato in un condominio privato.
> Che situazione ha trovato la Commissione entrando nel Comune di Scalea?
Sono state riscontrate molte criticità in quasi tutti i settori – finanziario, tecnico, sociale – con carenze sia dal punto di vista amministrativo, sia nel modus operandi non consono per un apparato burocratico di un ente pubblico. Un caso su tutti è la mancanza di regolamentazione per lo svolgimento di funzioni e l’erogazione dei servizi di base offerti dal Comune, con ricadute che hanno rischiato di portare lo stesso a una dichiarazione di dissesto (prima del commissariamento è stato denunciato un buco di 40 milioni di euro, NdR). A Scalea praticamente non avveniva la raccolta dei tributi – tassa d’occupazione suolo pubblico, insegne pubblicitarie, sanzioni del codice della strada, parcheggi, ecc. – che è l’unico sostentamento di un Comune. Abbiamo rilevato morosità che si trascinavano da anni, ma anche la totale mancanza di alcune utenze. Il lavoro fatto dalla Commissione, in questo e altri settori di base, è stato quello di ricreare le condizioni per l’operare quotidiano.
> Quindi adesso esiste finalmente un database completo dei contribuenti di Scalea?
Il data base abbiamo dovuto crearlo ex-novo, ricostruendo ogni singola posizione. E oggi è in via di definizione. Siamo di fronte a situazioni aberranti, laddove un Comune esternalizza tutti i servizi, avvalendosi di società più o meno credibili, che poi non svolgono un servizio basato su canoni ben solidi. È chiaro che anche il patrimonio archivistico del Comune viene meno, come nel caso della società (Ausonia Tributi, poi acquisita dalla San Giorgio Spa, NdR) che ha gestito la raccolta dei tributi a Scalea, senza poi essere in grado nemmeno di fornire i dati essenziali dei contribuenti.
> Cosa è stato fatto in un anno per ristabilire concretamente la situazione e assicurare la governabilità del Comune?
Innanzitutto il lavoro sulla riscossione dei tributi, perché ha consentito all’ente di poter predisporre un bilancio di previsione pluriennale e programmare quindi le sue spese. Parallelamente all’attività amministrativa, ovvero creare un regolamento per la polizia municipale, per i servizi sociali, e in tutti i settori dell’ente, trattandosi di un presupposto essenziale per il buon andamento dello stesso. Fermo restando che la Commissione non tralascia i servizi che un Comune deve garantire sul territorio, laddove possibile anche acquisendo finanziamenti pubblici e senza vanificare quelli già concessi.
> Su cosa si concentrerà la vostra attività nei restanti sei mesi di commissariamento?
Disciplinare i servizi sul territorio è un obiettivo primario. Ad esempio, abbiamo già avviato una campagna di sensibilizzazione sul tema dei rifiuti. La priorità è evitare quanto accaduto l’estate scorsa (Scalea era praticamente invasa dai rifiuti, NdR), organizzando al meglio il sistema di raccolta e smaltimento, oggi assegnato attraverso un contratto di gestione temporanea che sarà probabilmente prorogato a partire da giugno – in attesa dell’affidamento per i prossimi cinque anni, che sicuramente non avverrà a breve poiché è in corso una gara a procedura europea che impone tempi più lunghi. Precedentemente la società che gestiva i rifiuti a Scalea non era neanche iscritta all’albo ministeriale che stabilisce i requisiti di idoneità delle ditte. Bisogna poi ricordare che vi è una sovrapproduzione di rifiuti a livello regionale che le strutture sul territorio non sono in grado di accogliere.
> Di recente è stato raggiunto un accordo per i lavori di riqualificazione dell’avio-superficie. Un investimento da oltre cinque milioni di Euro, di cui due pubblici (i restanti li metterà l’impresa, Barbieri Costruzioni, che avrà la gestione per i prossimi quindici anni). In cosa consiste esattamente?
L’appalto aggiudicato riguarda principalmente il rifacimento della strada di accesso all’avio-superficie, la realizzazione di un ulteriore tratto di collegamento con la Strada Statale, un terminal per i bus, l’illuminazione della pista e la realizzazione della torretta radar per il controllo dei voli. Tutti gli adempimenti amministrativi sono stati svolti, e quindi si potrebbe partire con i lavori, anche in base alle linee di intervento stabilite in sede regionale. La realizzazione di queste opere è già coperta da finanziamento pubblico e dovrà essere rendicontata entro il 31 dicembre 2015, sebbene occorrerà rimodulare la progettualità iniziale e quindi anche le tempistiche. In questi giorni avremo un altro incontro con l’impresa aggiudicataria proprio per definire i tempi in modo da completare i lavori entro l’anno.
> Quindi entro l’anno quella che è semplicemente un’avio-superficie, costata finora oltre 12 milioni di Euro, diverrà finalmente un aeroporto di classe turistica?
Il problema resta definire un crono-programma delle attività, quelle da realizzare entro l’anno al fine di avere i requisiti per diventare un aeroporto di classe turistica. Ma il condizionale resta d’obbligo.
> E poi c’è il Palazzo dei Principi, un edificio storico i cui lavori di restauro dovevano durare 5 mesi e invece vanno avanti a singhiozzi da quattro anni. Ora la scadenza definitiva è fissata per giugno. Sarà rispettata? E l’edificio sarà effettivamente adibito a “Palazzo del turismo e della cultura” come si legge in sede di lavori?
La scadenza di giugno sarà rispettata. Sull’uso dell’immobile, invece, non è previsto un Palazzo della Cultura. Tra le diverse ipotesi si sta valutando piuttosto la possibilità di trasferirvi il Comando dei Carabinieri, che attualmente ha sede in un condominio privato, una cosa mai vista. In alternativa si stanno valutando altri immobili comunali, come gli uffici del Giudice di Pace, ma per noi è fondamentale trovare una sistemazione adeguata per un presidio delle forze dell’ordine, specie in un territorio così fortemente penalizzato.
[Aprile 2015]